LA PIZZICA
- Dettagli
- Categoria: LA PIZZICA
- Pubblicato Mercoledì, 25 Luglio 2012 15:21
- Scritto da Enzo
- Visite: 5778
Ci sono uomini che, per mancanza d’esperienza o per ottusità, distolgono lo sguardo da tali fenomeni come da “malattie popolari”, schermendoli o compiangendoli nella coscienza della propria sanità: i poveretti non sospettano certo quanto cadaverica e spettrale apparirebbe appunto quella loro “sanità”, quando passasse loro accanto fremendo la vita ardente degli invasati da Dioniso
Frederich Nietzsche, La nascita della tragedia
La danza popolare, e in particolare la pizzica, che come si afferma in questa citazione del grande filosofo affonda molto probabilmente le proprie radici negli antichi riti dionisiaci, per lungo tempo è appartenuta alle cerchie ristrette delle comunità che ne hanno fatto cornice di celebrazioni, feste pagane trasformate poi in culti religiosi, o anche solo espressione di puro divertimento in una cultura perlopiù rurale e molto lontana dai ritmi della vita odierna.
Pur essendo di origini salentine e recandomi ogni anno per le vacanze estive nella provincia di Lecce, sinceramente la pizzica pizzica non fa parte dei ricordi della mia infanzia, e fino circa due decenni fa era raro sentirla nominare persino nei luoghi in cui era di casa. Ed è stata una sorpresa per me scoprirla e apprezzarla giusto pochi anni prima di vederla diventare un fenomeno di risonanza mediatica, esaltata come il nome di quei vini (mi riferisco al negroamaro o al primitivo) un tempo buoni solo per le umili tavole dei contadini e per le navi cisterna che lo esportavano in Francia per “tagliare” uvaggi ben più nobili, ma privi di zuccheri… Così anche la danza contadina oggi esportata al nord, e ormai conosciuta da tutti, da più sapore a una vita ordinata, ricca di comodità, ma un po’ priva di genuine emozioni.
Ma cos’è la pizzica? Il suo nome è diventato famoso, e sicuramente questo non è potuto succedere senza alterarne l’originalità e le sue intenzioni primitive, come sempre accade quando un genere viene elaborato e reinterpretato per essere diffuso e “compreso” da un pubblico vasto e in un’epoca e un contesto diversi da quelli da cui è scaturito.
Vi sono ormai molti autorevoli testi antropologici che si cimentano nello spiegare l’origine ed il significato della danza dei “tarantolati”, intere pagine e collegamenti ipertestuali su wikipedia, per ricordare che la pizzica pizzica non è solo una danza, ma una terapia:
*”Nell’Italia meridionale, ed in particolar modo in Puglia, è il morso della tarantola ad essere curato tramite la danza. La malattia conseguente al morso del ragno è il tarantismo: tradizionalmente, chi veniva colpito dal feroce aracnide (che attaccava soprattutto nel periodo estivo) iniziava a muoversi freneticamente accusando un dolore acuto. A ciò seguiva una corsa in strada in cui il soggetto danzava forsennatamente; a lui si univano altri pizzicati dalla tarantola (in precedenza, ma mai curati, o morsi nell’immediato).
Ad essere colpite però sono soprattutto le giovani donne, ma tutti possono essere pizzicati dal ragno. Usuale tra i tarantati era la tendenza all’ubriachezza e la maniacale attrazione per i colori sgargianti. I soggetti infetti spesso danzavano per diversi giorni, alcuni addirittura per settimane; nel caso in cui non vi fosse disponibilità di musica e musicanti e, secondo la tradizione, il malato rischiava di morire in meno di ventiquattro ore. Il timore era comunque giustificato dal fatto che il movimento frenetico protratto per ore, insieme al caldo, poteva portare al collasso. Solo quando i pazienti cadevano stremati dalla folle danza potevano dirsi curati; nonostante ciò il veleno permaneva all’interno del loro corpo pronto a manifestarsi alla successiva calura estiva.
Nonostante questa specie di ragno fosse presente in tutta Italia e probabilmente in buona parte dell’Europa, nella maggior parte di questi territori veniva considerato innocuo. Solamente nel territorio pugliese la puntura di questo ragno provocava tali effetti; diversi sono i medici che, fin dal XVII secolo, tentarono di capire la causa di tale differenza che fu quasi sempre attribuita al caldo torrido della regione. Pochi, tra i medici interessati al fenomeno, compresero la natura psicologica del male, che spesso definirono come ‘alienazione mentale’” (Vanessa Elena Cerutti).
Perso nelle maglie del tempo quell’uso rituale e magico del suono e della danza, oggi il ritmo ipnotico della pizzica è stato ripreso ed elaborato da esperti musicisti, che l’hanno tolto dalle mani dei contadini allo stesso modo in cui il vino è diventato materia plasmata dai moderni vinificatori, passando dai fiaschi della cantina sociale alle eleganti bottiglie delle enoteche. Ma come l’alcool resta lo stesso principio attivo della bevanda, col suo potere disinibente ed euforico, così la terzina del tamburello continua ad agire sulle coscienze di chi oggi balla festosamente la pizzica de core, in un gioco simulato di corteggiamento dove la danza è più di prima pretesto per lasciare andare ansie e incertezze della vita moderna, ricreando forse equilibrio tra il polo maschile e femminile di ciascun individuo. È una danza liberatoria che appassiona folle sempre più numerose e sempre più alla ricerca di superare il duale, eterno contrasto della nostra esistenza tesa tra luce e tenebre, salute e malattia, allegria e tristezza…
È questa la nuova pizzica, ascoltata alle sagre delle estati salentine come nelle sale delle città del nord, ballata nel cerchio magico delle ronde seguendo regole più o meno tramandate, o scandita nel caotico movimento spontaneo dei giovani che scoprono una sana alternativa alla discoteca. Non sapremo mai quanto è rimasto della tradizione, ma ogni forma d’arte che sopravvive è destinata a trasformarsi, rinnovarsi ed evolvere. Per dirla con Gigi Toma, il leader degli Alla Bua “la pizzica s’è sciuta a longa vita” (tratto dall’ultimo CD Scattuni).
Un sentito ringraziamento all’amica Vanessa Elena Cerutti che condivide col nostro gruppo l’amore per la pizzica e la cultura salentina, e ha fornito le preziose informazioni da me utilizzate, tratte dalla sua tesi di Laurea in Lettere Moderne: La danza del ragno e la sua evoluzione. La tradizione ritrovata e reinterpretata.
Ci sono molti video sulla pizzica, ne pubblichiamo qualcuno che riguarda più le origini e la pizzica terapeutica.
La taranta - documentario di Gianfranco Mingozzi - Ernesto de Martino
Lungo i percorsi di Ernesto de Martino - Luigi di Gianni (parte 1 e 2)
Un ritmo per l'anima - Giuliano Capani
Film di Edoardo Winspeare:
Pizzicata - La casa e i suonatori